Giarre - Guida Turistica

CERCA ALBERGHI
Alberghi Giarre
Check-in
Check-out
Altra destinazione


.: DA VEDERE
 Il centro di Giarre è costituito da via Callipoli e via Archimede, oggi corso Italia. Sulle due vie si affacciano molti palazzi costruiti dalla ricca borghesia di fine Ottocento e inizi Novecento, in gran parte proveniente da Acireale.
 Nella piazza principale (piazza Duomo) si trova la chiesa Madre, splendida costruzione neoclassica dedicata a S.Isidoro Agricola. Fu iniziata nel 1794 e la sua facciata è sormontata da due campanili a base quadrata con quattro orologi. Il progetto della facciata è dell'architetto Pietro Valente, noto per avere realizzato altre importanti opere del genere e, in particolare, il teatro di Messina.La costruzione del Duomo durò parecchi anni e fu completata dall'architetto Sada nel 1888.
 Al suo interno opere pregevoli, tra le quali un quadro del pittore acese Paolo Vasta, raffigurante la Vergine e i santi e un altro del 1849 opera dei calatini Giuseppe e Francesco Vaccaro. Di notevole valore artistico un dipinto ad olio su tela raffigurante Tobiolo che guarisce il padre; altri dipinti ad olio sono quelli del martirio di S. Sebastiano, ad opera di uno dei maestri locali, martirio di S.Agata, realizzato dai fratelli Vaccaro e due tele di Giuseppe Rapisarda raffiguranti la vergine SS. Del Rosario (1831) e l'agonia di S.Giuseppe (1832) .
 Il Duomo conserva anche un arazzo rosso con al centro un'aquila con una croce sul petto. Sull'arazzo si nota anche uno stemma dei Borboni e le iniziali C.G. (città di Giarre) e sette torri.
 Altra chiesa in stile rococò siciliano è quella dell'Oratorio. Al suo interno una tela del '700 raffigurante S.Biagio e un dipinto dell'Angelo Raffaele che guida Tobiolo alla ricerca del pesce. Molto interessanti due cornici barocche a corpo imitante il marmo scuro e ornate. Una visita merita il santuario normanno del 1080-'81 nella frazione di S.Maria La Strada edificato da Ruggiero I° dopo la vittoria contro i saraceni.
 La Chiesa del Carmine e la Chiesa degli Agostiniani Scalzi, detta anche "chiesa del Convento", che è una delle più antiche. Deve il suo nome per il fatto che aveva adiacente il Convento dei padri Agostiniani di Valverde, oggi divenuto il Palazzo delle Culture.
 Il territorio di Giarre costituisce un patrimonio paesaggistico e naturale di grande valore. Dalla piazza principale si può ammirare, in tutta la sua imponenza, il vulcano. Nelle campagne filari di alberi secolari, terrazzamenti costruiti da generazioni in generazioni di lavoro, vigneti e frutteti che sembrano modellare le pendici dell'Etna, lo spettacolo offerto dalla varietà di colore delle numerose piante spontanee, le abitazioni rurali.
 Un insieme di sistemi insediativi (paesi, borghi, casolari sparsi) il cui valore è dato dalla spontanea armonia che l'insieme racchiude.
 "Museo del Presepio" ha sede in Giarre, via Meli, 3. Ubicato in un nobile palazzo ottocentesco a pochi metri dal centralissimo Monumento ai Caduti, ospita circa cento pezzi presepiali; eccellenti lavori di soci della locale sezione A.I.A.P. di Giarre, unitamente a vere e proprie opere d'arte di insigni presepisti italiani.
  Nell'androne di ingresso, il visitatore viene accolto ed attratto da una grande Sacra Famiglia in terracotta, opera del giovane scultore Enrico Salemi Scarcella di Savoca (ME).
 Percorse le rampe di scala con decorazioni natalizie, sul pianerottolo d'arrivo si trova un originale presepio in una giara rotta, quasi un omaggio toponomastico alla città di Giarre.
 Nella prima luminosa sala sono esposti una ventina di presepi provenienti da diverse tradizioni culturali presepistiche italiane: si possono ammirare presepi in cartapesta leccese, in terracotta siciliana e pugliese, magnifiche figure napoletane e persino presepi in legno di cirmolo provenienti dal Trentino. Dalla seconda sala in poi, completamente buia come le altre quattro successive, si entra nel magnifico mondo dei diorami presepistici. In una terra che ha dato e dà natali a eccelsi maestri scultori, tale raccolta dioramica costituisce un importante tentativo di divulgazione di questa tecnica presepistica, relativamente giovane in Italia in genere e nel meridione in particolare, specie se raffrontata alla più antica, storicizzata e studiata tradizione del presepe aperto, scenografico o raccolto sullo scoglio e visibile da più punti di vista, quasi senza impegno di espedienti prospettici.